venerdì 26 luglio 2019

Goccia da un passato remoto

La chioccia era l'Azienda.
Il pollaio, la sede principale dell'Azienda.
Era un pollaio molto aperto.
Al suo interno viveva un po' tutto il regno animale: ovini, bovini, porcini, beduini...
Il grosso, però, era rappresentato dal pollame: galletti e gallinelle, capponi e faraone, polli e tacchini, papaveri e papere, oche e campidoglio, eccetera eccetera.
Tutti razzolavano, i razzolanti, in questo pollaio.
Gli altri, i non razzolanti, studiavano il modo di salire, salire, salire...
Puntavano ai vertici...
Verso, e magari oltre, la chioccia.
In questo zoo poteva mancare un gatto?
Certo che no; almeno un rappresentante del genere felino, doveva esserci.
Ed è il cronista che prova a rendere piacevoli queste monotone giornate maggioline, una calda a bollore e l'altra diaccia... una vivificante doccia scozzese permanente.
C'era una volta uno sparuto gruppo di pollastri, destinati alla cura degli interessi della chioccia, lontani dai confini del pollaio. 
Una volta... mestiere ormai in via di totale estinzione, come altre attività che avrebbero invece meritato di sopravvivere; e che ora stanno tornando sul mercato, a furor di fame. 
Pensando all'agricoltura, solo per fare un esempio zappante...
Al gruppo dei polli era stato aggregato il micio.
Questi 'eroi' erano scelti in base a due considerazioni di base:
a) rompevano le palle, e la chioccia (influenzata dall'ormai desueto 'nessuno tocchi Caino'), anziché farli mettere in pentola, aveva scelto di allontanarli, sia per salvar loro la pelle che, appunto, per toglierseli dalle palle; pseudo-sindacalisti caduti in disgrazia; nullafacenti cronicizzati, spediti a nullafacere lontano dagli occhi, anche per evitare cattivi esempi agli stakanovisti interni, ecc.
b) erano più o meno bravi, comunque ritenuti degni di rappresentare la chioccia lontano dal pollaio.
Dei primi c'è poco da dire: salvata la pelle, lontani dal pollaio, si erano dati all'ingrasso.
Un fatto penoso, forse, ma, per essere messo in atto da pollastri, quantomeno astuto.
I secondi, quelli della b), rientravano perloppiù nella norma; intelligenza e capacità sopportabili, no rottura di palle, no lampi di genio, che comunque lontani dal pollaio sarebbero stati peti a perdere, nelle migliaia di chilometri quadrati di territorio in cui erano dispersi.
Di questo secondo gruppo faceva parte il gatto cronista, che vi racconterà cose e fatti che forse già conoscete, ma che potrebbero risultare indispensabili per il proseguimento di una esistenza altrimenti piatta..
Fisicamente, era più o meno; giovane, più o meno; intelligente, più o meno; attivo, più o meno; socialmente utile, più o meno; miope, più più che meno...
Insomma era un gatto "più o meno".
E poiché in questi mesi ha imparato a conoscere i lettori, tutti scafati e senza prosciutto sugli occhi, ritiene opportuno precisare che il "più", in questo suo rapido profilo, era presente per via della par condicio. Il "meno" aveva il sopravvento abbondante nel suo bagaglio personale; esclusa la miopia: in quella il "più" vinceva alla grande.
Non poteva rientrare nel novero di quelli allontanati dal pollaio, quelli del punto a), perché era stato pescato all'esterno, scelto tra centinaia di aspiranti, sicuramente più meritevoli; proveniva da esperienze precedenti, che pare lo avessero valorizzato "più" che svalorizzato "meno".
O forse la chioccia era più miope di lui, e nello sceglierlo aveva momentaneamente posato gli occhiali.
Nonostante ciò, credeva di essere il the best del gruppo operativo esterno.
C'era un piccolo problema: per evitare invidie, accidie, clamidie: il fatto di essere il migliore era talmente segreto, che solo questo gatto ne era a conoscenza.
Per tutti, nonostante le quattro zampe e la coda eolica, era un pollo come gli altri e basta.
Come tutti gli altri, compresi quelli che adagiavano le terga sulle sedie (i tacchini sulle poltrone) per sei/sette ore al giorno; come gli impiegati di tutto il mondo.

Pausa... in attesa di un tempo stabile, quello che, giorno dopo giorno, Migliacci dà per prossimo. Finirà la guerra in corso e il tempo stabile sarà ancora prossimo. Un prossimo permanente.

Pausa, in attesa che Babbo Natale, al di là dei doni che ormai non porta più, affidando i suoi secolari compiti ad Amazon e alle carte di credito (che poi sono sempre di debito, destinate alle sole uscite, con le entrate che diventano via via più esigue), porti almeno una ventata di fresco... che poi, viste precedenti annate, sarà un fresco gelido. A quel punto ci rivedremo qui, a invocare "finalmente" un caldo africano.
Mai contenti.

(Questo gatto, per passare il tempo, studierà come immettere in un proverbio la sua modestia, da tramandare ai posteri; niente come i proverbi è duro a morire, e con un proverbio azzeccato si trova l'eternità. Virtuale).

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