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Visualizzazione dei post da maggio, 2012

Un fatto curioso

Lo racconto, più come curiosità che come informazione. Come non bastassero il 730, l'IMU e tutti gli altri accidenti, ieri mi è capitato un episodio interessante. Ieri, domenica, verso le 11 di mattina ero in giro per casa; passando non avevo notato nulla di strano. Il tempo di andare in cucina, bere un goccio di caffé come al solito, e tornare sui miei passi, e mi sono trovato la casa invasa dalle cosiddette formiche con le ali (che poi ho appurato essere tarli del legno). Il corridoio, il soggiorno, il bagno erano un tappetto in movimento di questi insetti; ogni tanto qualcuno svolazzava andando a posarsi sui tavoli e sulle sedie. Primo pensiero, pulire; secondo, vedere da dove diavolo era spuntato questo esercito alato. Esaurito il primo, ero andato alla ricerca di eventuali pertugi o nidi: con una torcia potente avevo esaminato tutti i perlinati delle porte, soffermandomi qua e là con la speranza di vedere il movimento di qualche bestiolina in uscita. Niente, tutto fermo...

Brindisi, 19/05/2012

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A te, Melissa, umiliato e avvilito nel mio essere umano, lascio questo fiore per chiederti perdono per una colpa che ricade su tutti e che tutti dobbiamo fare nostra. A te, assa ssino Non ho le tue armi, ho solo le parole, ma, te lo assicuro, mi salgono dal cuore. Maledetto sia il padre che ti ha generato, maledetta sia la madre che ti ha concepito e in questo mondo ti ha poi sputato. Maledetto sia tu che hai architettato un disegno tanto infame quanto vigliacco.  Maledetto tu che l'hai messo in atto, vigliacco assassino, certo menteccato. Maledetti siano i tuoi figli, se già ne hai, e siano maledetti se un giorno ne avrai. Maledetta sia tutta la tua stirpe dannata. Hai tolto la vita ad una ragazzina,  fino all'altro ieri ancora bambina, per mostrare a tutti la tua forza; una forza che copre come un sudario la tua immensa inumana vigliaccheria.

Michelina

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Cielo, mare, fiori: ti siano compagni, ovunque tu sia Era un grissino, già quando l'avevo vista la prima volta, nove mesi fa, da chiedermi come facesse a stare in piedi senza spezzarsi, talvolta senza appoggi. Per occhi aveva due fanali, sempre spalancati. Quando una domanda, un argomento, un oggetto la eccitavano, lampeggiavano per un attimo, come gli abbaglianti all'interno di una galleria, o come quando si lampeggia a chi viene di fronte per segnalare la presenza di elementi 'pericolosi' lungo la strada. Era uno scheletro rivestito di pelle. Si portava sempre appresso un cuscino, poiché sedersi sul duro era costringere le ossa del bacino a premere direttamente sulla pelle, dolorosamente. Camminando talvolta dava l'impressione di brevissimi saltelli, ma di solito trascinava i piedi, attenta a non cadere. Aveva passato la vita intera tra ospedali, case di cura o di riposo. Non ho potuto sapere se, in questo suo doloroso peregrinare, abbia mai provato qual...

Poi ci sono...

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Questa bambina ha sette anni, si chiama Annie Clark. E' chiaramente focomelica, chiaramente invalida. Sarebbe una "diversamente abile" nella terminologia attuale. Talmente diversamente abile da vincere un concorso nazionale di calligrafia, in Pennsylvania. Abita a West Mifflin, in una famiglia "diversamente normale", visto che è composta da due genitori e nove figli: tre 'fatti' da loro e sei adottati. Su nove, quattro sono disabili, chi alle braccia, come Annie, chi alle gambe. Annie si veste da sola, cura da sola il suo corpo, va in bicicletta, nuota e usa la tastiera del pc, come i suoi compagni di scuola. La vittoria in quel concorso le ha fruttato una coppa, grande quasi quanto lei, e un assegno di 1.000 dollari. Poi ci sono... L'atleta cieca, che vince cinque medaglie d'oro di nuoto alle paralimpiadi, e decide di prendere la patente, miracolata della vista (in Germania, stella d'Europa). Quella, atletica leggera, cieca p...

Pausa, senza caffé...

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 Una maglietta,  indossata per sessantatrè anni, ti diventa pelle,  o sei solo una macchietta. Onore al merito, ma mò non rompete, se proprio lo volete, chiedete i danni all'Enel; non potete, sessantatré anni dopo, pretendere di passare dalle luci della ribalta   al buio di uno stadio senza manco una candela. E' un fiore del mio giardino, ve l'offro col cuore, come fossi un bambino, quale ero allora, e mi piace anche oggi tornare ad esserlo, almeno per un giorno, e piangere su un destino infame, che forse vi ha tolto tanta gloria, ma di sicuro altrettanta possibile miseria.

Carrellata casuale

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Senza per forza essere maoisti, facciamo finta di essere italiani, la terra è buona se ben lavorata, e le braccia non mancano,  solo che noi, tutti, lo vogliamo. Braccia che aspettano solo d'essere chiamate, o meglio ancora 'mandate', a zappare la terra; che forse non zapperanno mai, ma saranno utili, comunque: la terra, se ben concimata, dà buoni frutti.  Amato di nome, certo non di fatto, il sorriso sorcino, a me che son gatto, mi fa ricordare un 6 per mille rosicato, rubato di notte, come un ladro spiantato. Adesso ritorni, lo stesso sorriso topino, appaiato ad un Bondi, che sembra un tapino, ma che si è fatta la fama di gran macellaio, tagliando teste, di tutti, ma non del pollaio.