mercoledì 26 maggio 2010

Convivenza

Essere della bilancia e convivere con un cretino.

La bilancia tende a valutare ogni cosa in termini di: giusto o non giusto. Se ritiene, non sempre a ragione, che una cosa sia meno che giusta, se ne ha la possibilità cerca non tanto di sanare l'ingiustizia (ché non ne ha possibilità e neanche la capacità), quanto di spiegare (tentare di spiegare) il suo punto di vista relativo al fatto che provoca il suo intervento. Solitamente tende alla moderazione, sia negli interventi verbali che in altre forme di intervento, che la tecnologia moderna consente. Quando possibile cerca, con un pizzico di ironia, di smussare gli spigoli che la dialettica sovente presenta.
Il cretino prende per buona ogni valutazione di questa bilancia, e si butta, come solo un cretino sa fare, a capofitto in qualunque questione la stessa bilancia gli mette davanti al naso.
Talvolta, ma poche volte, il buon senso della bilancia prevale sull'irruenza del cretino; il più delle volte, invece, prima che il buon senso riesca ad intervenire, il cretino è già dentro la notizia.
E così entrambe le componenti di un unico carattere finiscono invischiate in situazioni che, soventissimo, sono assolutamente fuori dagli interessi diretti della testa che ospita i due elementi.

Ultimamente questo fatto si è verificato, in modo più eclatante del solito, in due occasioni.
Qui racconto la prima.

Su un blog il bilancino legge un testo che accusa i docenti di vigliaccheria, perché evitano di contrastare il bullismo nelle scuole, appunto per vigliaccheria.
La componente bilancia butta lì, casualmente, due considerazioni: a) non è un'accusa giusta, soprattutto se generalizzata; b) ma che me ne frega, visto che, tra l'altro, con la scuola non ho niente a che fare?
Il buon senso avrebbe dato retta alla scelta b) e sarebbe passato ad altro. Il cretino, invece, si è buttato a pesce in difesa degli insegnanti.
Nel testo di critica, chiaramente offensiva verso i docenti in genere, era espresso il concetto che tra i doveri degli educatori c'era anche quello di contrastare il bullismo, usando le possibilità "burocratiche" offerte dai regolamenti: richiamo verbale e scritto, ricorso al consiglio dei professori, sanzioni (sospensioni ecc.). Tutte cose che, leggendo l'articolo, i docenti evitano di fare per vigliaccheria; ma tant'è, oggi senza gli insulti pare che i concetti non riescano a far presa.
Il cretino, detto e fatto, prende carta e penna virtuali e va a postare il suo commento.
Memore di una precisazione letta in altro blog, fa suo il concetto di differenza tra educare e insegnare: l'insegnante "insegna" appunto, la famiglia deve (dovrebbe) "educare".
Se la famiglia non "educa", e non lo fa già in età pre-scolare, ovvero se la situazione famigliare è compromessa da problemi di vario genere, che il docente non è tenuto a conoscere, questi si troverà a dover "insegnare" a un bulletto con la testa già predisposta al rifiuto della convivenza dai primi approcci con la scuola (che, anzi, gli darà nuovi spazi per esprimere in modo violento i suoi disagi esistenziali) un civismo già ampiamente abbandonato dal vivere comune. 
Ovviamente il testo saltava a piedi uniti i motivi iniziali di questo bullismo. In pratica, il succo del discorso era: alle elementari, alle medie, alle superiori il bullo deve essere "educato" oltre che "insegnato" (mi sia perdonato il verbo, così esposto è brutto ma rende l'idea); chi non lo fa è un vigliacco.
Il cretino, facendosi forte dei ragionamenti della bilancia, ha osato far presente che:
1) il bullismo difficilmente si scatena all'interno della scuola; se il dubbio delle attività del bullo di turno all'esterno degli edifici scolastici perviene ai docenti, di solito per vie traverse, questi non hanno possibilità d'intervento. È possibile immaginare il prof che fa un richiamo tipo: un giorno di sospensione perché fuori da qui ti comporti da delinquente? Denuncia immediata.
Se, all'esterno della scuola, un prof assistendo a episodi dubbi interviene, non lo fa più come docente, ma come senso civico che qualunque cittadino dovrebbe avere. 
Il "dovrebbe" non è casuale: ogni giorno sappiamo di gente, anche forze dell'ordine (quindi appositamente in essere per reprimere comportamenti scorretti), che evita accuratamente di intervenire anche in plateali episodi di bullismo violento. Per il proprio quieto vivere, evitando le grane.
2) Il cretino aveva aggiunto che un modo valido per combattere il bullismo da parte dei prof sarebbe stato fornirli di una Colt, farli diventare sceriffi a tutti gli effetti, compresa la possibilità di fare a cazzotti come nei film western. Pare che non sia possibile, non è previsto da nessuna legge.
Quanto sopra, in sintesi nel post proposto.
Primo commento al commento: era chiaro che la bilancia-cretino, tra I CARE e "farsi i c... propri", aveva scelto la seconda. Commento del cretino: oggi, nel campo specifico della scuola l'I CARE equivale a I COJONES, poiché se il "mi riguarda" fosse il mio credo, mentre tutti, TUTTI, gli altri si fanno i c... propri, sarei, appunto, solo un grande cojones.

Ma è la serie di commenti successivi che hanno basito sia la bilancia che il cretino.
Uno riportava, paro paro senza aggiunte, l'episodio della maestra colpita alla milza da un ragazzino scatenato in una minirissa con un compagno; i media lo hanno presentato come episodio di mini-bullismo. Personalmente la bilancia ritiene si sia trattato di un incidente di percorso: due ragazzini litigano furiosamente, come a tutti è capitato nella prima e nella seconda gioventù, e nello scalciare disordinato ci è andata di mezzo quella maestra, con le note spiacevoli conseguenze.
Poi una serie di post che davano ragione alla tesi esposta nell'articolo. Leggendoli, bilancia a un certo punto aveva notato un commento che le dava torto marcio, postato dalla stessa persona che aveva riportato il fatto citato qui sopra. Stupore: prima aveva postato un fatto che sembrava dissuadere dall'imitare quella maestra, in quest'altro confermava l'appoggio al "vigliacchi" ripetuto a ogni riga.
Non era finita: l'estensore dell'articolo (lo stesso che aveva stigmatizzato come scelta di "farsi i c... propri" l'intervento del cretino) posta la notizia della maestra che, richiamata verbalmente una studente che aveva offeso una compagna, all'uscita dalla scuola viene aggredita e menata dalla madre e dalla sorella della studente; carabinieri, caserma, arresto delle due, arrivo a supporto di un fratello e di altro parente, conclusione le femmine a Rebibbia e i maschi al Regina Coeli. Così, senza ulteriori commenti...

Cosa avrà voluto dire?

Alla fine dell'avventura alla bilancia, degnamente supportata dal cretino, non resta che aggiungere una terza personalità: bilancia cretino rincoglionito.

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