domenica 11 novembre 2012

Sensualmente parlando

Capezzoli,
gemme brillanti,
in trepida attesa
di dolci carezze.
Turgidi,
al solo pensiero
del tocco gentile
dei miei polpastrelli.
Felici,
al solo sfiorarli
con un breve sussulto
mi cadono ai piedi.
Rassegnati,
per gioco o per amore,
e questo ben lo sanno,
sempre spremuti saranno.

Questa qui sopra non è una poesia, ci mancherebbe: è solo una presentazione di sensazioni che presuntuosamente nel titolo ho definito 'sensuali'.
In realtà si tratta di due chiacchiere, tra amici, non necessariamente al bar.
Chiacchiere, squisitamente quasi agricole.

Novembre, andiamo... no, non è tempo di migrare, è tempo di raccolta.
Delle olive.
Siamo in anno paro, quindi non avrebbero dovuto esserci; o esserci, ma in quantità direi infinitesimali.
Negli anni pari precedenti, mano a mano che maturavano a nero, le raccoglievamo, le pesavamo (pesare = voce del verbo "pestare", secondo l'idioma locale, che ne estende il significato a "picchiare di santa ragione"; che si abbina, per completezza, a "palate", che si danno anche in assenza di pale a portata di mano, visto che significa "botte da orbi". Da cui "ti peso di palate", è da leggere "ti gonfio come un dirigibile"), le mettevamo sotto sale, per abbinarle alla bisogna, al coniglio, al baccalà, all'osso buco...
Invece quest'anno ci sono, abbondanti quasi come negli anni dispari.
E' un mistero difficile da spiegare, e manco ci provo.
Dice il vecchio saggio (c'è sempre un vecchio saggio, che spara un'unica cazzata e su quella ci campa una vita, incassando i diritti d'autore): "A l'è mei ciucé 'na pupa, pitost che ciucé 'n ciò" (è meglio succhiare una tetta piuttosto che succhiare un chiodo).
(Precisazione dovuta: non sono saggio, non incasso diritti d'autore, e chi dovesse definire questa una 'cazzata' deve dimostrarmi che invertendo il ciuciamento il piacere e, se del caso il nutrimento, sono identici).
Quindi, quest'anno, ciuciamo queste tette, più gradite poiché inattese.

Tanto, tanto, tanto tempo fa, la scoperta del capezzolo femminile in pieno turgore l'avevo abbinata ad un'oliva.
Forse non era solo frutto della mia fantasia (allora come adesso piuttosto limitata in fatto di 'attrezzature' sessuali, soprattutto femminili), ma dovuta a 'letterature' all'epoca definite pornografiche, o perlomeno licenziose. Verificata dal vivo, sempre decenni fa, mi era sembrato corrispondesse perfettamente al sinonimo mentale appioppatogli.
Che poi, visto che altri organi vengono sinonimati con ortaggi, con legumi, con volatili, con tuberi e con frutti, non vedo perché un'oliva bella lucente croccante non possa essere paragonata al culmine di un seno.
Ecco perché, nel 'carezzare' quelle olive per farle cadere ai miei piedi, in ognuna sentivo un capezzolo, non tanto in veste sessuale fine a se stessa, quanto come il ricordo dei primi, timidi, toccamenti, alle prime scoperte dell'universo femminile, quando arrivare a quello già preludeva esplosioni notturne senza controllo. Tempi di gioventù, erano una droga innocua, sogni, cui bastava poco per alimentare la fantasia verso un mondo ancora tutto da scoprire.

Non sarò mai un gatto 'griffato', ma se vi basta un gatto 'graffiato', eccolo qui.
Papà ulivo difende i suoi frutti come può, così mi ritrovo con le mani, le braccia, il viso graffiati che manco li cani. Piccoli, inutili, ramoscelli secchi si infilano nelle orecchie, tentano di accecarmi, e mi raschiano la pelle come fossi un parmigiano.
E le ossa a pezzi, tra salire e scendere dalla scala e dall'albero; e chinarsi, raccogliere ginocchioni quelle sfuggite alla rete...
Con i polpastrelli già irruviditi, carezzo la terra nel raccoglierle ("amara Terra mia, amara e bella..." cantava Mimmo).
La carezzo e le parlo, proprio come si parlerebbe a una madre: :
"Amata Terra mia, nun t'aggità, nun te sfrollà come un budino; lo so bene che ogni tanto ti scuoti, come fanno i cani e l'altre bestie per scrollarsi di dosso zecche, pulci e parassiti. Dai una bottarella ogni tanto per scrollarti di dosso noi, che con te ci comportiamo come zecche, pulci, parassiti. Solo che nei tuoi sussulti vai a colpire gente che non lo merita, mentre le vere zecche-pulci-parassiti se la cavano sempre. Anzi, questi impuniti, in risposta ai tuoi singhiozzi, bestialmente ridono. Datti una calmata, per favore, e lasciaci campare. Oppure fa un botto unico e chi s'è visto s'è visto".

Fino a un paio di stagioni fa eravamo sei mani distribuite su tre scimmie; facevamo a gara a chi saliva più su, senza la grappa. Arrivare a quell'unica oliva sul ramo più alto, nera che manco Obama, che da lassù ci faceva l'occhiolino ("venitemi a prendere, se avete il coraggio") era una gara su ogni piede d'ulivo.
Vincevano sempre le due scimmie femmine, perché io oltre che gatto sono anche cavaliere e faccio sempre vincere chi, ufficialmente, appare più debole.
Anche perché mi è bastato cadere una volta da un albero e come esperienza mi basta e ne avanza.
Adesso manca una delle due scimmiette, e mancano due mani, dobbiamo sopperire in qualche modo, e, accarezzando le olive, virtualmente accarezzo lei, la mia scimmietta.
Ma son carezze amare.

Compagnia?
Le zanzare, forse le ultime, che prima del letargo tentano trasfusioni, senza badare al gruppo sanguigno, che se non fosse compatibile col loro potrebbe creare problemi. Ma vaglielo a dire, si fa prima a schiacciarle, quelle imbranate che si fanno beccare; le altre succhiano dove possono, e forse si eccitano al rosso dei graffi, manco fossero zanzare tipo toro.
Abbiamo finito da poco la vendemmia dell'uva fragola, fatta di corsa tra un temporale e l'altro.
Qui la compagnia ce l'avevano fatta le vespe.
Non ci puntavano direttamente, intente com'erano ad assaporare il dolce dell'uva; eravamo noi che le puntavamo, e mancava solo che le prendessimo a fucilate, gli altri tentativi per cacciarle quasi tutti andati a vuoto.
Boccia di vetro con acqua, zucchero e aceto: secondo chi ce lo aveva consigliato avrebbe dovuto verificarsi un suicidio di massa; invece solo qualche mosca, niente vespe, un flop.
Salvo dirci, dopo, che con i calabroni era una cuccagna.
Racchetta elettrificata, quella in uso per le zanzare: bisognava beccarle un per una e quando, stordite dalla botta, cadevano a terra, andare di corsa a schiacciarle col piede; oppure vederle volare via sghignazzando.
Erano centinaia, tutte ronzanti sotto quel pergolato, una legione di vespe.
Tra l'altro perennemente incazzate, non so il perché, quando gli incazzati dovevamo essere noi.
Inoltre ogni tanto a quelle 'normali' si aggregava un vespone enorme, tipo un colibrì, ma vespato in tutto e per tutto, e anche di più.
Forse un 'caporale', quelli che controllano e 'proteggono' le lavoratrici.
Come ultimo tentativo, prima di rinunciare alla raccolta, abbiamo fatto questa pensata: un aspirapolvere con serbatoio d'acqua, in cima alle prolunghe abbiamo piazzato un imbuto per allargare il diametro della presa d'aria, e con quell'aggeggio futurista le rincorrevamo per aspirarle all'interno del serbatoio; teoricamente, una volta aspirate sarebbero finite nell'acqua all'interno, impossibilitate ad uscire, e giustamente vespizzate.
Bene, è una delle poche volte che la pratica ha poi confermato la teoria.
Aperto il serbatoio, giorni dopo per sicurezza, ne è uscito un tappeto di vespe che il vespa nazionale sarebbe inorridito alla vista di tanti cloni.
Questi, peraltro, defunti.
Della poca uva che ci hanno lasciato ne abbiamo fatto marmellata, con la speranza di non trovarci dentro qualche sedere di vespa a strisce gialle e nere. Ma se anche fosse, sarebbe stato bollito insieme al resto, quindi biologicamente non dannoso. C'è gente al mondo che mangia gli spiedini di formiche, non vedo perché noi dovremmo essere schizzinosi (questo termine non è nel mio dizionario, non me lo sono mai potuto permettere, ma ultimamente va così di moda che il non citarlo sarebbe un peccato) verso un culetto di vespa bollito e addolcito.

41 commenti:

  1. e la raccolta delle olive è un'esperienza che mi manca, di uliveti non ne siamo forniti in famiglia e ricorriamo alla vecchia e buona tecnica del baratto.... Noi cediamo vino e castagne e riceviamo olio , del resto ''si vu ca l'amicizia si mantena...na cistilluzza va e n'atra vena!''. Non credo che necessiti di traduzione, soprattutto per un conterraneo :)

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    1. Il nostro non è un vero e proprio uliveto, sono una decina di piedi d'ulivo nel giardino di casa. C'erano al momento dell'acquisto del terreno e ci sono rimasti. Una sfacchinata ogni volta, nella raccolta e nella potatura, e ogni volta la commozione al colare dell'olio, come forse solo il latte da un capezzolo sa dare.
      Per il cambio, bene le castagne, ma, invece che il vino (che abbiamo nostro), visto che sei a due passi dalla Sila, con un cesto di porcini possiamo barattare.
      Ciao, un abbraccio.

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    2. a trovarne... non ce ne sono al momento, deve piovere (e guardando il cielo non manca molto), se ti accontenti dei rositi...beh..ne possiamo parlare :)
      ricambio l'abbraccio, buona settimana :)

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    1. Grazie, pur se fatta con le ossa rotte sono felice che ti sia piaciuta.

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  3. più che raccolti mi sembrano battaglie!
    I tuoi nemici,diversi a seconda del "territorio",ti hanno dato del filo da torcere,ma come sempre accade,il bene vince sul male!
    Un'abbraccio
    Lu

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    1. Lu, sai meglio di me che la vita è tutta una battaglia. Talvolta si vince, sovente si perde, ma già il fatto di essere in grado di combattere è una vittoria permanente.
      Un abbraccio, grande, strettostretto.

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  4. Eh già, la data prevista dai Maya si sta pericolosamente avvicinando.

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    1. Beh, la mia preghiera alla Terra si concludeva con quell'ipotesi, ma spero che in quel momento essa abbia avuto un calo di udito; con la speranza che invece abbia sentito bene l'invito a smettere di singhiozzare sotto i miei piedi, e anche altrove nel mondo, che ormai è diventata un'ecatombe. Come detto, di gente innocente, mentre altri ridono.
      Ciao.

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  5. Ma in tutto ciò quante punture di vespe avete contato? Se avessi beccato io le vespe, sai a quanti km di distanza mi ritrovavi? Io odio gli insetti, specie quelli che ti minacciano con pungiglioni o affini.

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    1. Neanche una. Tra i tentativi di sterminio ho dimenticato le camere d'aria bruciate, nella speranza che il fumo le allontanasse e la fiamma le abbrustolisse. Non hanno fatto una piega, e noi, col vento che ci buttava addosso il fumo, a scappare di qua e di là, visto che non era unidirezionale.
      Mi associo al non amore per gli insetti in genere, e al vero e proprio odio per quelli che attentano alla mia integrità.
      Ciao.

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  6. un toccante amarcord intessuto di note amare per il presente e per il futuro, questo post è bellissimo ;-)

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    1. E' vero, ricordi lontani che riaffiorano vivi in tante occasioni della vita corrente; quei ricordi che te la fanno apprezzare, nonostante tutto.
      Un caro saluto.

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  7. Che peccato tu ne abbia scritto solo ora, sarei venuta felicemente a danzare come un folletto tra gli ulivi e a raccogliere le olive lì da te!

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    1. Solo ieri sera tardi abbiamo consegnato alle macine i frutti raccolti e ritirato l'olio corrispondente. Rilassato dal finire del lavoro, ho voluto raccontare le sensazioni provate.
      Ti avessi avvisato prima, ho il forte dubbio che saremmo riusciti a terminare il raccolto in tempi brevi; tra l'altro tenendo d'occhio le previsioni del tempo, che annunciano piogge prossime anche qui da me.
      Con te a folleggiare tra i rami, il raccolto sarebbe andato sicuramente a farsi benedire.
      Ciao, abbraccissimo.

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    2. No, no, gattone: io sono una gran lavoratrice quando qualcosa mi piace, come appunto tal raccolta! :-)

      Ho goduto assai del tuo racconto, comunque :-)

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    3. Non è di te gran lavoratrice che dubito, è di me piccolo lavoratore che ben si conosce e che sa che basta una farfalla (né belen né altre, intendo proprio una farfalla vera) a distrarlo dal compito.
      Io quando qualcosa mi piace, il resto può aspettare.
      Senza malizia, come sai, come sempre.
      Ciao, buona notte.

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  8. Bel post, Pietro. Io sono un pò "agricola" come te: sono nata in paese, dove ho ancora ulivi che aspettano di essere "accarezzati". Intanto un abbraccio a te e grazie ancora per il post.

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    1. Ho scoperto, forse, il perché della ripetizione del raccolto che, come detto, quest'anno non era previsto. Ti passo l'informazione, così come me l'hanno data: per una ripetizione annuale della buona fioritura, bisogna effettuare la raccolta prima possibile, per dare alla pianta il tempo di riprendersi dallo stress e rimettersi in forze per l'anno a venire. Una raccolta tardiva, con i frutti ormai completamente maturi, porta troppo prossimi alla fioritura dell'anno successivo e la pianta non ce la fa.
      Tra l'altro, ma forse questo già lo sai, le olive troppo mature danno un olio con acidità elevata (che, se non raffinato con altri passaggi, porta a un fastidioso prurito nella gola), mentre quelle appena rosate danno un olio più dolce e più appagante il palato.
      Ciao, un abbraccio.

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  9. Un mio amico associa i capezzoli alle ciliegie, te alle olive, in ogni caso entrambi buone.

    Mai raccolto olive, ma le preparo in tutti i modi :)
    alla veneranda eta di 40 erotti anni non avevo mai assaggiato una qualità di olive di cui ignoro il nome, che sono dolcissime e che si cucinano direttamente dalla pianta al tegame, sono nere piccole e tondeggianti, come dicevo mai viste ma ottime, arrivate a casa come dono da parte di un amico di Sibari.
    Sappi che sei un assassino uccidere tutte quelle povere bestioline :)
    La marmellata di uva fragolina è qualcosa di sublime, con o senza culi di vespe.

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    1. Se quelli del WWF dovessero denunciarmi, la prossima volta chiamo loro a cogliere l'uva.
      Quelle olivette non le conosco; in cambio la mia solita esperta, alla richiesta di ricette per la conservazione e l'uso delle olive, ha iniziato a sciorinarmene talmente tante che rinuncio a passartele, il post apparirebbe breve al confronto.
      I culetti di vespa erano citati solo per dare un po' di colore al post: se mai dovessi trovarci dentro non dico questi, ma una sola zampetta di formica, non toccherei più quella marmellata.
      La Fornero ha torto quando definisce i giovani "schizzinosi" in merito al lavoro, ma i lontanamente giovani lo sono in merito alla cucina.
      Ciao, Lì.

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  10. Un racconto squisito Pietro, che odora di sudore, ricordi, terremoti e speranze!
    E non hai tralasciato nulla.
    Dalla fatica alla soddisfazione, dalle vespe alla marmellata....tutto scorre e sembra quasi di vederti!
    Un bacio Pietro ed uno alla tua "scimmietta" che saprà nutrirsi ancora del tuo amore attraverso un po' di quella marmellata spalmata su una buona fetta di pane!

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    1. Mentre battevi il tuo commento ero là con lei, il tuo bacio glielo porterò domani; la marmellata più avanti, è appena fatta e deve riposare un po'.
      Ciao, un bacione alla poeta deliziosa.

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  11. L'oliva.
    Io li chiamo boccioli, fai te.
    Senti, però un po' del tuo buon olio su una fetta di pane caldo, si la mangerei.
    Bacio

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    1. Facciamo così: boccioli di oliva. OK?
      L'ho già assaggiato a dito intinto ed è una meraviglia; oggi è perfino meglio del latte delle tette di lontanissima memoria.
      Qui "purtroppo" fa un caldo estivo, e non pensiamo minimamente ad accendere il termocamino per abbrustolire le fette di pane casereccio e irrorarle d'olio dopo una delicata passata di aglio; fatte sul gas hanno un altro gusto e un altro profumo. Quando sarà posteggerò una ricca foto, ad uso visivo e virtuale dei blogger buongustai, io mi accontenterò del consumo visivamente reale. Se vuoi, vieni a 'soffrire' con me.
      Per ora un abbraccio, non oleoso, ma stretto stretto; e caldo come questa giornata estiva.
      Ciao.

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    2. .. e allora mi farai godere di puro piacere visivo :-)
      attendo la foto su blogger, intanto un abbraccio col viso (mio) nascosto.
      bacio ancora e sempre estivo.. direi torrido

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  12. ho sentito parlare della raccolta delle olive, ma purtroppo è un'esperienza che mi manca...
    buona giornata ^___^

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    1. Sai, andando avanti con l'età, guardando indietro, ci si accorge che al bagaglio che ti porti addietro mancano un sacco di esperienze, forse positive forse negative, e non vedi più davanti a te la possibilità temporale di provarle.
      L'importante è che, quelle poche che si riescono ad accumulare, siano "belle esperienze". Quella della raccolta delle olive, come delle vendemmie, è un piacere tattile, non un'esperienza vera e propria. Se c'è, bene, dà la possibilità di raccontare sensazioni e sentimenti che altrimenti potrebbero essere benissimo raccontati con altri eventi della vita.
      Ciao, un abbraccio.

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  13. Ogni tuo post è una meraviglia.
    Sai scrivere cosi tanto bene che leggerti è sempre un piacere, specie quella vena di autoironia che sai così egregiamente usare, fa invidia.

    Sta certo che l'anno prossimo rifarai tutto.
    Un caro saluto. Ciao

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    1. Mi fai arrossire, ti ringrazio, ti saluto e ti abbraccio.

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  14. Anni fa visitando un museo a Padova scoprii l'esistenza della pittura chiamata "carità romana". Sicuramente la conosci; in ogni caso è possibile trovare su google ricerca immagini scrivendo carità romana. ciao

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  15. Purtroppo il mio 'abbinamento' non ha origini così artistiche e filosofiche. E non risale neanche ad una esperienza diretta che, se ci fu, assolutamente non ricordo. Direi che sono stato influenzato più da qualche stampato, sicuramente un fumetto, pornografico per quei tempi, che oggi farebbe soltanto sorridere per l'ingenua commistione tra un sesso in lenta evoluzione e le fantasie che pochi tratti di penna suscitavano; ma, a quei tempi e in determinati luoghi, questo passava il convento. Fermo restando che erano visualizzazioni abusive, peccaminose, quindi vietate e punite; forse proprio per questo rimaste più impresse nella memoria.
    Vedendo "La carità cristiana" nelle varie interpretazioni artistiche e leggendone le origini, non sfugge il costante accostamento tra le prosperose mammelle e i vecchi che da esse traggono alimento: quello stesso atto che avvia alla vita, qui avvia alla morte. Un viatico d'entrata, lo stesso per l'uscita.
    Che, vista la nostra età (più la mia che la tua, checché tu ne pensi e ne dica) è certamente più adeguato all'attualità che ai 'primordiali' ricordi giovanili.
    Ti ringrazio della segnalazione, è stata molto utile ad aggiornare le mie scarse conoscenze in merito.
    Un abbraccio e un saluto affettuosi.

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  16. Stupendi i tuoi racconti gattonero.
    Le olive so come si raccolgono, l'ho fatto anch'io ai tempi della Sicilia...noi avevamo un attrezzo come un pettine per tirare dai rami le olive, senza di quello si che è una fatica...
    Mi piace il sensuale paragone con i capezzoli...e la bellezza delle parole che svelano intenti teneri.
    Mi sono divertita molto e sono curiosa davvero che sapore può avere un culetto addolcito di vespa...ahahaaa.
    Bella giornata di sole.

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    1. In fatto di attrezzature in genere io non mi tiro indietro.
      Ho preso una motozappa diesel, che solo io riesco a manovrare; ne ho preso una più piccola a benzina e una elettrica ancora più piccola per la cognata (50 kg quando è fradicia di doccia, da asciutta gli attrezzi avrebbero il sopravvento e userebbero lei per sterrare).
      Per le olive, rastrellini corti per la salita sugli alberi; rastrelli con prolunga fino a 4 metri per la lavorazione da terra; lo scorso anno sbattitore elettrico a batteria, anche questo prolungabile fino a 4 metri. Lo abbiamo collaudato lo scorso anno ed era andato benissimo, salvo che, comunque, il controllo all'interno va fatto de visu e de manu, altrimenti sono chilotti di olive che restano a seccare.
      Quest'anno l'errore è stato di sottovalutare (forti delle esperienze precedenti) il carico fruttifero, per cui solo alla fine ci siamo detti che 'forse' era meglio se avessimo usato lo sbattitore, che non avevamo voluto cacciare "tanto quattro olive sono".
      Comunque delegare a un attrezzo il delicato compito di 'carezzare' è sempre un pizzico degradante; credo che anche le piante concordino sulla tattilità reciproca, così come una donna.
      Ciao, un abbraccio.

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  17. OT che più OT non si può....Aspetto di leggere il tuo EDS oramai ci conto :)

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    1. Grazie.
      Ci sto pensando, ma è più dura di quanto pensassi al momento.
      Ciau.

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  18. la poesia è proprio bella. :-)
    e io non ho mai raccolto le olive. :-)

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    1. Immedesimati e le raccoglierai con noi.
      Se porti gli occhiali, toglili prima di salire sulle piante, a me è capitato di salire occhialuto e lasciarli in su la cima, dovendo poi risalire alla ricerca.
      Ciao, abbraccione.

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    2. Lo farò, grazie. Sognare mi è facile. Niente occhiali: ho un'ottima vista! :-)
      Un abbraccio a te.

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  19. hai perfettamente ragione!E che gatto!
    ^_^
    LU

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