Sei mesi e mezzo dopo...
Siamo in un tunnel,
il varco all'entrata si è chiuso,
quello d'uscita è lontano,
un lontano quasi infinito.
La guardo negli occhi,
le parlo e mi ascolta
ma non riesce a capirmi;
mi guarda negli occhi,
mi parla e la ascolto
ma non riesco a capirla.
La chiamo per nome,
lo grido il suo nome,
è come un urlo sott'acqua,
si frantuma in mille bolle,
piene di silenzio.
Una parete di cristallo
ci divide...
siamo di fronte
l'uno all'altra,
l'uno all'altra,
le braccia tese,
a chiedere aiuto le sue,
impotenti a darlo le mie.
Universi paralleli,
divisi da un velo,
impenetrabile.
Ogni tanto una luce
illumina l'antro,
un fuoco fatuo
una stella cadente,
un breve lampo...
poi tutto si spegne.
Al ritorno del buio
fisso l'oscurità,
in attesa
che altra fiammella s'accenda.
Rassegnarsi alla morte
fa parte della vita;
rassegnarsi alla vita,
a questa vita,
è un peso che schiaccia;
la tegola iniziale
è divenuta macigno
da portare
fino alla fine,
in questa galleria
che non ha più un'entrata,
che non ha un'uscita.
Riaffiorano intanto
i mille "perché"
d'un'infanzia lontana:
domande,
oggi come allora,
oggi come sempre,
senza alcuna risposta.
oggi come sempre,
senza alcuna risposta.
A costo di apparire banale ti riformulo i sensi della mia umana solidarieta' morale.
RispondiEliminavi penso... spesso... vi abbraccio...
RispondiEliminaLe tue lacrime sono le mie.
RispondiEliminaun abbraccio forte
RispondiEliminapietro
uno di quelli che solo gli amici si danno...
la tua poesia dimostra la tua infinita umanità... e un amore nei confronti della tua donna che ti rende onore
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RispondiEliminaCiao Pietro, come dice Adriano, sarà banale...ma non posso che esprimervi tutta la mia umana solidarietà morale.
RispondiEliminaVi porto nel cuore^^
Un abbraccio grande.
Namastè
Ogni tanto mi venite in mente tu e tua moglie e quello che state vivendo. Sembra strano, in fondo neanche vi conosco di persona.
RispondiEliminaIn questi casi non so mai cosa dire perchè credo che le parole servano a poco.
Ti auguro di avere tutta la forza necessaria per affrontare questa situazione.
Un abbraccio, inevitabilmente impotente, ma forte nelle intenzioni.
RispondiEliminaUn forte abbraccio.
RispondiEliminacoraggio
RispondiEliminaMi dispiace.
RispondiEliminaCiao sono Sara e son qua grazie all'invito di Stefano..
RispondiEliminaTante parole sarebbero inutili... un forte abbraccio a voi!
Sara
Pietro, mannaggia...sei mesi e mezzo dopo è difficile per me trovare parole che possano in qualche modo tirarti su di morale.
RispondiEliminaL'abbraccio è virtuale..quindi a poco serve.
Vorrei tanto poterti abbracciare per davvero e, che ne so, farti il solletico..tanto per sentirti ridere ed urlare |BASTAAAAAAAA, SCEMAAAAAAA| a più non posso..
Non per un tuo bisogno,eh.. ma per il MIO.
Per la GIOIA di potermi vantare:
EVVAI, per 5 minuti ho ridato serenità al buon gattone!
Questo è quello che vorrei :-)
Baci
Sappiate che siete sempre nei miei pensieri.
RispondiEliminaVi abbraccio.
torno qui tra queste pagine dopo tanto tempo e trovo questo urlo straziante. Mi dispiace tantissimo. Ho vissuto la stessa situazione con un amico ed è devastante. Posso solo imamginare come sia con una persona ancor più cara, ancor più vicina.
RispondiEliminala tua poesia ci comunica cosa è la quotidianità del dolore.
RispondiEliminaun abbraccio
Vi ho pensato spesso, con impotenza... perchè davanti a certe cose mi sento piccola piccola. Lo siamo tutti noi. Un grosso abbraccio
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