Donna, scruto i tuoi occhi di speranza, mutati da un passato di paure, che ti volle sempre debole, sempre schiava d’un Dio, che era uomo. Non fermasti mai il tuo cammino, poiché tu eri anche lì, sola, dove lo stesso Cristo esangue, decise di spirare a questa terra, ma tu, col fardello che ti lasciava, continuavi ad adorare quel viso morto. E nessuno volle ascoltare il tuo messaggio, e ancora sola non t’arrendevi, lasciavi una carezza, ad un figlio che moriva, baciavi sulla fronte un marito che partiva, e nello strazio del tuo dolore, continuasti a rammendare quel lenzuolo. E il tuo pianto, la tua collera, a nessuno mai fece pena, bruciata come strega in una piazza, lapidata, per la rabbia d’un marito, violentata da un branco senza volto. Non c’è giustizia in questa storia, c’è un passato, che nel tempo si tramuta, ma non cambia o non vuol farlo. E quella donna, che nel buio d’una stanza, accarezza, sul suo ventre, il suo bambino, spera che quel futuro, che porta in grembo, sappia sempr